mapi_littleowl: (Lost - Jate is Fate)
[personal profile] mapi_littleowl
Titolo: Are we ready?
Fandom: Lost
Personaggi: Claire Littleton, Kate Austen
Pairing: Nessuno
Rating: G
Conteggio Parole: 1032 (Fidipù)
Challenge: COW-T @ [livejournal.com profile] maridichallenge
Prompt: [II Settimana – Missone 2] Coraggio
Riassunto: Claire sta per rincontrare Aaron, finalmente. Ma, sia lei che Kate avranno il coraggio di fare questo passo?
Note: Occhei. Che dire? Ho sempre immaginato che, nonostante ormai Aaron fosse stato dato alle cure della nonna, sarebbe stata Kate a fare, per così dire, il "passaggio del testimone". Insomma, sarà stata anche convinta della sua scelta, ma è anche stata la sua mamma per tre anni, immagino che la sua mancanza la sentirà eccome, no? <3
Spoiler: 6x18, The End
Disclaimer: Darlton's. ♥
Warning: Nessuno



L'aria nella stanza era pesante e carica di tensione, di aspettativa. Claire sedeva impettita su un lato del divano, le mani strette in grembo e i suoi occhi grandi e chiari rimanevano perennemente spalancati e puntati in avanti, intenti a fissare qualcosa che, forse, apparteneva più ai suoi ricordi che alla realtà che aveva di fronte.
Kate la guardò per un lungo minuto e poi, alla fine, decise di sedersi accanto a lei, sentendo i cuscini incurvarsi dolcemente sotto il suo peso. «Stai bene?»
La domanda riecheggiò nella stanza come il rompo di un proiettile. Claire non si voltò a guardarla e, dopo un istante, abbassò il capo, cominciando a fissare la punta delle proprie dita che continuava a tormentarsi con le unghie. «Non sono sicura di riuscirci, Kate.»
Kate sospirò e appoggiò una mano sulle sue, esattamente come aveva fatto solo poche settimane prima, quando per puro miracolo il loro aereo si era alzato in volo e le aveva portate via dall'Isola, finalmente a casa. «Andrà tutto bene, Claire. Tutto benissimo.»
«E se lui non vuole vedermi?» le chiese, tutto a un tratto, continuando a tormentarsi le dita nonostante la mano di Kate cercasse in qualche modo di fermarla. «E se Aaron non volesse essere più il figlio di una pazza? No, non posso farlo,» gemette agitata e a voce improvvisamente più alta, mentre incominciava a raccattare le sue poche cose e ad alzarsi. «Devo andarmene, dobbiamo andare via. È troppo presto e...»
«Claire, Claire!» Kate la fermò, afferrandola per le spalle e costringendola a sedersi di nuovo. Le scostò una ciocca di capelli dal viso e le accarezzò la testa, sperando così di riuscire a calmarla. «Claire, ascoltami, tu non sei pazza, hai capito? Sei solo...» esitò un momento, alla ricerca della parola migliore. Poi sospirò. «Sei solo provata e confusa, è normale. Hai bisogno di tempo, è chiaro, ma la cosa che più conta è che adesso Aaron ha bisogno di te.» Claire la fisso con i suoi grandi occhi liquidi e lei, dopo un momento di esitazione, continuò: «Vedrai che quando vi rincontrerete sarai contenta di essere rimasta.»
Le sorrise, incoraggiante, ma Claire le rivolse un'altra occhiata dubbiosa e scosse il capo da una parte all'altra, lentamente, lo sguardo fisso, come se stesse rispondendo ad una voce che continuava a riecheggiare nella sua testa. «No. No. Io non posso.»
«Certo che puoi,» le assicurò, cercando di mettere nella sua voce tutta la forza di cui era capace. «Infondo, hai passato tutti questi anni a cercarlo, a sperare che un giorno o l'altro sarebbe ritornato da te. Adesso finalmente potrete tornare insieme, come una vera famiglia.»
«Forse sarebbe meglio che rimanesse con te,» le disse, la voce solo lievemente incrinata da un singhiozzo e Kate chiuse gli occhi, ingoiando a vuoto. Sentì una morsa stringersi con forza alla bocca del suo stomaco quando suo malgrado tutti i ricordi di quei tre anni che aveva passato a prendersi cura di lui le tornarono alla mente e poi inspirò a fondo, imponendosi di non pensarci.
«Lui è tuo figlio, Claire,» le disse, la voce dura, forse per convincere più se stessa che lei. «È tuo figlio e deve restare con te. È giusto così.»
Claire scosse il capo, di nuovo. «Ho paura.»
Kate strinse le labbra e le afferrò il mento per costringerla a guardarla. «Ti aiuterò in ogni momento, Claire. Se avrai bisogno di me, io ci sarò,» la incoraggiò, accarezzandole una guancia. «Per qualunque cosa, lo sai che puoi contare su di me.»
Quando lei la liberò dalla sua presa Claire abbassò il viso e scosse per un istante il capo, prima di tornare di nuovo immobile, gli occhi fissi sulla punta delle sue dita. Kate rimase a fissarla a lungo, in silenzio, continuando a domandarsi se quello che stava facendo fosse davvero giusto. E se Claire non ne fosse stata in grado? Se davvero Aaron, nonostante tutto, sarebbe stato meglio con lei? Si morse l'interno della guancia e chiuse gli occhi, dandosi mentalmente della stupida. No, no, no. Era tornata sull'Isola per riportare indietro Claire, e sempre per Claire era ritornata a casa, perché doveva riportarla da Aaron, perché doveva ridarle tutto ciò che l'Isola, col tempo, le aveva portato via. Fece un respiro profondo e le strinse di nuovo la mano, cercando di passarle tutta quella sicurezza che nemmeno lei era certa di sentire. «Coraggio. All'inizio fa paura a tutte, dico davvero. Ma lui è tuo figlio e tu sarai una madre meravigliosa, io lo so.»
«Dici davvero?»
Sentire la sua vocetta così all'improvviso, dopo quel silenzio così pesante, l'aveva stupita, ma lei non fece nulla per farglielo capire. Le fece un vigoroso cenno d'assenso e le sorrise, stringendole le mani. «Sì, dico davvero. Secondo me ti uscirà naturale, appena tornerai insieme a lui.»
Claire annuì debolmente e poi la guardò nuovamente negli occhi, cercando nel suo sguardo una conferma delle sue parole. «Grazie, Kate.»
Lei stiracchiò un po' di più il suo sorriso e le accarezzò il dorso della mano col pollice, lentamente, per farle sentire ancora di più la propria presenza. «No, non ringraziarmi. È la cosa giusta da fare.» Tacque un momento, cercando dentro di sé il coraggio per pronunciare quelle parole che cadevano su di lei come una spada di Damocle o una maledizione. Sapeva che era la cosa giusta da fare ma ora che era davvero sul punto di portarla a compimento aveva come l'impressione che fosse successo tutto troppo in fretta. Si trattenne con tutte le sue forze dallo scuotere il capo per liberarsi dai cattivi pensieri e quando parlò lei stessa si stupì del tono fermo e deciso che aveva assunto la sua voce: «Tua madre è già di là con lui. Sei pronta, Claire?»
La ragazza deglutì e si passò una mano tra i capelli, cercando di metterseli a posto nonostante lo fossero già. Si lisciò le pieghe della camicetta e della gonna e quando credé di essere finalmente a posto, si limitò ad annuire debolmente. «Sì,» pigolò, e in quel preciso istante il suo viso parve illuminarsi un poco, come se cominciasse a liberarsi davvero delle ombre che l'avevano attanagliata per tutti quegli anni. «Sono pronta. Andiamo.»

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