La metropolitana era puzzolente, piena di Umani, Nani, Elfi, fottuti Licantropi - che schifo i Licantropi, insomma, basta pensarci per capire che non possa esistere niente di più degradante di un essere che passa la sua vita a fingere di essere un Umano (e sì, ce l'ho con te, tizio in giacca e cravatta che guarda l'orologio e fa finta di non puzzare di piscio di cane!) per poi, buh, sorpresa!, strappare via il pigiama ogni dannata notte di Luna Piena e correre nella Prateria felice e contento come un animale senza ragione - che si ammassavano gli uni altri per cercare di trovare il loro piccolo spazio vitale in quel vagone dove solo pochi eletti - cioè quelli che partivano dal capolinea - trovavano comodi, si fa per dire, posti a sedere.
E col cazzo che lo mollavano.
Ryuunnosuke era uno di quei pochi fortunati e se chiudeva occhi, orecchie e soprattutto naso poteva perfino bearsi di quella situazione, insomma, tutto sommato era anche divertente vedere tutte quelle creature di solito miti, al limite della noia, trasformarsi in esperti cacciatori alla disperata ricerca di un punto debole in quella bestia di metallo, gli occhi che freneticamente cercavano a destra e a manca un posto di cui nessun altro si fosse accorto.
Ah, ah, che ridere. Tanto col cazzo che lo trovi un posto, sfigato!
Ryu considerò per un momento l'idea di tirare fuori dalla tasca del giaccone il cellulare e le cuffie, ma poi gli ritornò alla mente che ancora non aveva aggiornato la playlist e che quindi avrebbe dovuto riascoltare ancora e ancora le solite canzoni che lo avevano rincoglionito per un mese intero e, ugh, no grazie, preferisco vivere.
Per il puro gusto di fare lo stronzo allungò le gambe tra quelle degli altri passeggeri, sentendo poi su di sé gli sguardi infastiditi e irati del vecchiume che Ah, i giovani d'oggi non sanno più cosa sia il rispetto! e Ai Miei Tempi non ci si comportava certo in questa maniera!, ma Ryu se ne fotteva altamente; d'altra parte erano quasi ottocento anni che era in vita - 742, ma chi stava più a contarli, am I right? - e per tutti quegli ottocento anni l'idea di piantarla di comportarsi da ragazzino di merda non aveva mai nemmeno sfiorato il cervello, quindi perché iniziare adesso? Non aveva senso.
no subject
Date: 2017-02-06 10:24 am (UTC)E col cazzo che lo mollavano.
Ryuunnosuke era uno di quei pochi fortunati e se chiudeva occhi, orecchie e soprattutto naso poteva perfino bearsi di quella situazione, insomma, tutto sommato era anche divertente vedere tutte quelle creature di solito miti, al limite della noia, trasformarsi in esperti cacciatori alla disperata ricerca di un punto debole in quella bestia di metallo, gli occhi che freneticamente cercavano a destra e a manca un posto di cui nessun altro si fosse accorto.
Ah, ah, che ridere. Tanto col cazzo che lo trovi un posto, sfigato!
Ryu considerò per un momento l'idea di tirare fuori dalla tasca del giaccone il cellulare e le cuffie, ma poi gli ritornò alla mente che ancora non aveva aggiornato la playlist e che quindi avrebbe dovuto riascoltare ancora e ancora le solite canzoni che lo avevano rincoglionito per un mese intero e, ugh, no grazie, preferisco vivere.
Per il puro gusto di fare lo stronzo allungò le gambe tra quelle degli altri passeggeri, sentendo poi su di sé gli sguardi infastiditi e irati del vecchiume che Ah, i giovani d'oggi non sanno più cosa sia il rispetto! e Ai Miei Tempi non ci si comportava certo in questa maniera!, ma Ryu se ne fotteva altamente; d'altra parte erano quasi ottocento anni che era in vita - 742, ma chi stava più a contarli, am I right? - e per tutti quegli ottocento anni l'idea di piantarla di comportarsi da ragazzino di merda non aveva mai nemmeno sfiorato il cervello, quindi perché iniziare adesso? Non aveva senso.