mapi_littleowl: (Lost - Jawyer)
[personal profile] mapi_littleowl
Titolo: Inutili questioni
Fandom: Lost
Personaggi: Jack Shephard, James "Sawyer" Ford
Coppia: Jack/Sawyer
Set: 7
Prompt: 22:00, Tarli
Rating: NC17
Conteggio Parole: 3433 (Fidipù)
Riassunto: Sawyer, una sera, colto da un'improvvisa ispirazione, bacia Jack. Jack, inaspettatamente, risponde al bacio: e tutto il resto viene immancabilmente rimandato alla mattina dopo. Tutto tranne le solite piccole, stupide e inutili questioni.
Note: Una PWP quasi indegna, sì, e dopo il finale una dovrebbe anche sentirsi in colpa a far conigliare questi due in modo così sfacciato… O no? (;
Spoiler: Nessuno
Disclaimer: Lost appartiene a J.J. Abrams, Damon Lindelof, Jeffrey Lieber e alla ABC, che ne detengono tutti i diritti. Non è scritta a scopo di lucro, ma di ludo, esclusivamente principalmente il mio.
Warnings: Slash, PWP
Tabella: Routine Quotidiana



Forse avrebbe dovuto pensarci altre due volte prima di staccare il cervello e aprire la bocca, lanciandosi metaforicamente nel vuoto, senza protezioni, in attesa di accogliere qualsiasi tipo di risposta: era un errore da dilettanti, uno di quelli che aveva sempre finito col pagare cari e salati.
Perdere il controllo di se stesso equivaleva matematicamente a perdere il controllo della situazione e, qualora fosse successo, significava soltanto finire inghiottito in una spirale di guai sempre più catastrofici: come trovarsi dietro alle sbarre dall'oggi al domani e scoprire subito dopo di aver concepito una bambina con la vittima dell'ultima truffa, ad esempio.
Oppure col trovarsi a schiacciare qualche altro uomo contro il primo arbusto abbastanza solido che avesse a disposizione in linea d'aria e ad infilargli la lingua in bocca con una tale foga dal far credere che avesse avuto voglia di farlo dal primo istante in cui si erano trovati a pochi metri di distanza l'uno dall'altro su quella parodia di uno sputo di terra.
Certo era che se durante il tragitto dall'albero su cui erano premuti alla tenda di Jack avesse avuto modo di fermarsi un momento e riflettere sulla bizzarra piega che stavano prendendo gli eventi si sarebbe domandato come mai il buon dottore non lo avesse respinto ma, anzi, avesse risposto con altrettanto entusiasmo al suo assalto; ma in quel momento, con la guancia premuta contro la terra ruvida e le dita strette attorno ad una coperta di fortuna, faceva fatica a concentrarsi su qualsiasi piega che non fosse quella della propria schiena che sentiva inarcarsi pericolosamente a causa delle spinte rapide e regolari dell'uomo inginocchiato dietro di lui.
Sawyer si morse un labbro e girò la testa, appoggiando la fronte sulla coperta, e trattenne un grido quando una spinta gli fece quasi perdere l'equilibrio già precario sulle sue ginocchia che continuavano a scivolare sulla stoffa ruvida dei jeans.
Sentì le mani dell'altro stringersi più saldamente attorno ai suoi fianchi e i movimenti si fecero ancora più regolari e veloci, quasi in sintonia con il suo respiro affannato. O con quello dell'altro, non riusciva bene a distinguere la differenza.
«Sawyer
Chiuse gli occhi ed espirò, e per un attimo gli balenò in mente il pensiero che, forse, non era poi così gradevole farsi chiamare come l'uomo che gli aveva rovinato l'intera esistenza in un momento simile; il che, a volerci riflettere su, era abbastanza stupido, visto e considerato che quella non era certo la prima volta che si faceva chiamare così durante il sesso. Lasciò che un gemito lungo e roco gli scappasse dalle labbra, facendo scivolare via anche tutti i pensieri inutili che si stavano accalcando nella sua testa. Non voleva parlare, non voleva pensare, voleva soltanto riuscire a concentrarsi sulle inspiegabilmente deliziose sensazioni che gli provocava avere l'uccello di un altro uomo dentro di sé e sentirlo sbattere con forza contro la sua prostata, facendo sì che tutto il suo corpo venisse attraversato da lunghe e appaganti scariche di piacere.
Chiamò il suo nome in un sussurro e un rantolo e Jack entrò in lui ancora più velocemente, costringendolo a puntellarsi meglio sui gomiti graffiati. Sawyer inarcò la schiena, e lo chiamò di nuovo, per nessuna ragione salvo il fatto che gli piaceva come quel nome suonasse così indecente quando usciva dalla sua bocca.
Jack lo chiamò a sua volta e lui gli si spinse contro, stringendo i denti, mentre nella sua testa registrava che anche il tono con cui lui aveva pronunciato a bassa voce quelle due sillabe era davvero maledettamente eccitante.
Sentì Jack sistemarsi ancora meglio tra le sue gambe e allargò le ginocchia ancora di un paio di centimetri, mentre si accorgeva distrattamente che una delle mani che fino a pochi secondi prima era stata ferma sul suo fianco si stava muovendo verso il basso, solleticandogli il bacino, l'anca, la pelle dell'addome.
Urlò, quando le dita calde si strinsero attorno alla base del suo pene, e non riuscì a trattenere una manciata di imbarazzanti gemiti rapidi e irregolari quando la mano iniziò a muoversi su e giù, dalla base alla punta, prima lentamente, quasi incerta, e poi via via sempre più velocemente, adeguandosi al ritmo delle spinte e del suo respiro strozzato.
Sawyer chiuse gli occhi, incapace di decidersi su quale dei due stimoli dovesse concentrarsi maggiormente, e sentì il suo corpo tremare da capo a piedi mentre la testa si faceva sempre più leggera e un caldo insopportabile si spandeva dalla bocca del suo stomaco a tutto il suo petto e arrivava fino alla punta delle dita. Aprì la bocca nel tentativo di riempirsi i polmoni ormai svuotati d'aria e, mentre si passava la lingua sulle labbra gonfie, gli venne un'improvvisa voglia di baciarlo di nuovo, di sentire ancora la sua lingua in bocca e sui denti, di riempirsi i polmoni col suo fiato e i suoi sospiri. «Cazzo,» mormorò, stringendo i pugni fino a farsi sbiancare le nocche, e Jack si chinò sulla sua schiena, avvicinandosi il più possibile al suo viso.
Sentì il suo fiato caldo contro la pelle mormoragli qualcosa che non riuscì a sentire e gridò, frustrato, facendosi forza sulle ginocchia e sui gomiti, e si sollevò, spintonando l'altro uomo fino a che non lo costrinse a uscire dal suo corpo e a ricadere all'indietro, facendogli sbattere il coccige sulla terra dura. Annaspò, quasi sbigottito dalla sensazione di non averlo più dentro di sé e si voltò, senza curarsi dei capelli che gli cadevano sul viso coprendogli gli occhi.
Vide Jack seduto a terra sostenuto solo dalle sue braccia che lo guardava con un'espressione allibita e, prima di lasciargli il tempo di dire anche solo "Che cazzo ti è preso?", si gettò contro di lui, afferrandolo per il collo della maglia che non gli era parso il caso fargli togliere, prima, e lo baciò di nuovo, a fondo, con foga, come a volergli strappare anche quel poco fiato che gli restava in corpo.
Dopo un lungo istante di esitazione, Jack si riscosse e gli afferrò il viso con entrambe le mani, affondando le dita nei capelli chiari, lasciando che lui si prendesse quello che voleva, assecondandolo.
Sawyer strinse ancora con più forza la sua maglia e se lo tirò contro, scivolando poi all'indietro e facendolo stendere sopra di lui, tra le sue gambe, e prese tra i denti il suo labbro inferiore mentre Jack armeggiava con i suoi jeans, facendoglieli scivolare via dalle caviglie e spostava le mani in mezzo alle sue gambe, sfiorandogli appena il pene turgido e i testicoli gonfi prima di scendere ancora e infilare un polpastrello dentro di lui.
Sawyer, colto di sorpresa, si irrigidì un momento e gli morse il labbro, imprecando a bassa voce, e quando Jack lo sentì finalmente rilassarsi infilò un secondo dito, spostando il viso in modo da poterlo baciare più comodamente. Iniziò a muovere le dita dentro di lui, aprendole e chiudendole lentamente, e Sawyer si trovò a gemere a bassa voce contro la sua bocca e a stringerselo maggiormente addosso, facendogli scivolare le braccia dietro al collo e sollevò il bacino, borbottandogli, tra un gemito e un'offesa, di farla finita e di darsi una mossa.
Jack scese a baciargli il collo e uscì da lui, scostandogli le ginocchia con entrambe le mani. Sawyer sollevò ulteriormente il bacino e inarcò la schiena quando Jack tornò di nuovo dentro di lui ed iniziò a muoversi, concedendo poco spazio alla calma e alla cautela. Sawyer gli conficcò le dita nelle spalle e gemette di nuovo il suo nome, iniziando a muoversi con lui, imponendogli un ritmo assurdamente veloce e incostante, dettato dal bisogno di venire e di averlo dentro di sé, completamente.
Jack tornò a baciargli le labbra, e fece scivolare una mano tra di loro, ricominciando a muoverla attorno al suo pene, senza curarsi di farlo con troppa cura, e pensando soltanto a muoversi, su e giù, avanti e indietro, in qualunque direzione lui volesse, in qualunque modo potesse lasciare che tutta la fatica e il calore si riversassero fuori da lui, mentre la sua testa diventava sempre più leggera.
«Sawyer…» Annaspò, alzando il viso e affondò ancora in lui, cercando di colpire sempre lo stesso punto. «Sto per…» mormorò, abbassando la testa e l'altro la gettò all'indietro, stringendosi con più forza alle sue spalle. «Devo uscire.»
Sawyer inarcò la schiena e sollevò le gambe, stringendogli le ginocchia contro i fianchi e muovendosi con foga verso il suo bacino e la sua mano. «Fa quel cazzo che ti pare,» gemette, graffiandogli le spalle e stringendo tra le dita la sua maglia stropicciata fin quasi a strapparla. «Ma non azzardarti a fermarti!»
Jack annuì, o almeno ci provò, e riprese a muoversi dentro di lui, come se ormai non fosse più in grado di fare altro che non fosse entrare e uscire da quel corpo caldo e inspiegabilmente accogliente. Gemette, abbassando la testa, ed espirò aria calda e pesante che gli scivolò sul petto. Non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo, lo sapeva.
Sawyer tremò, conficcandogli quasi le ginocchia nelle costole e Jack si sentì quasi in colpa nel non riuscire a distogliere lo sguardo appannato dal suo viso sconvolto dall'orgasmo, gli occhi chiari e lucidi che sparivano sotto le palpebre pesanti e la sua bocca, aperta, che lasciava uscire gemiti e aria come se il suo corpo non avesse più la forza di trattenerli nei polmoni. Sentì uno schizzo di sperma colpirgli il petto e il corpo sotto il suo stringersi con forza attorno al suo pene ed inspirò, spingendo per l'ultima volta, e chiedendosi se non fosse il caso di uscire da lui adesso che era ancora in tempo.
Ma la sua mente fu abbagliata prima che riuscisse a venire a patti con se stesso, e tutto quello che riuscì a percepire fu l'ondata incontrollabile di piacere che lo travolse, prima di riversarsi interamente nel corpo sotto il suo.
Jack espirò violentemente, svuotandosi del tutto i polmoni, e poi inspirò l'aria calda che lo circondava il cui odore pesante lo colpì violentemente, facendolo tremare. Puntellandosi su braccia e ginocchia uscì da lui lentamente e Sawyer lo guardò con la coda dell'occhio mentre cercava di rimanere stabile sulle braccia e poi gli cadeva accanto, rotolando per una manciata di centimetri prima di finire steso a pancia in su, come lui. Vide Jack passarsi una mano in faccia e, quasi come fosse un riflesso incondizionato, fece altrettanto, scostandosi i capelli biondi e fradici dalla fronte e dagli occhi.
Pensò che sarebbe stato veramente il caso di darsi una mossa e raccattare i suoi pantaloni, ma sia il suo corpo che, a conti fatti, la sua dignità erano troppo stanchi per perdere tempo in sciocchezze simili; visto e considerato, poi, che neppure Jack si era ancora deciso a tirare su i suoi e chiudere la lampo.
Sbatté le palpebre e sollevò lo sguardo verso il tetto di fortuna della tenda del dottore, concentrandosi sui battiti accelerati del suo cuore che stavano iniziando solo adesso a rallentare.
«Sawyer?»
Non mosse la testa e a malapena socchiuse le labbra per rispondergli col poco fiato che era riuscito a racimolare: «Eh?»
«Scusa.»
Aggrottò le sopracciglia e piegò il collo per potersi voltare a guardarlo. «Cosa?»
Jack inspirò, continuando a guardare per aria. «Scusa,» ripeté, a voce più alta.
«E di che?»
Jack si grattò la fronte e chiuse gli occhi, prima di girarsi finalmente a guardarlo in faccia. «Ti sono venuto dentro.»
«Sì, be', me ne sono accorto.»
Jack annuì e sbatté le palpebre. «Mi spiace. Sarei dovuto uscire.»
Sawyer lo guardò con occhi sgranati, combattuto tra l'istinto di mettersi a ridere e quello di afferrare la prima pietra su cui sarebbe riuscito a mettere le mani e sbattergliela in testa. Alla fine optò per non fare alcuna delle due cose, preferendo rimanersene immobile a fissarlo.
Jack gli restituì lo sguardo, apparentemente confuso. «Che c'è?»
«Ma si può sapere che razza di pensieri contorti ti vengono in mente?»
Il dottore distolse per un secondo lo sguardo. «Credevo ti avesse dato fastidio.»
Sawyer sbuffò. «Oh, be', non mi sembra proprio il caso di farne una tragedia,» gli disse, omettendo il fatto lampante che non sarebbe comunque riuscito a muoversi granché per uscire, visto che lui lo stava trattenendo con le gambe. Sollevò una mano in un gesto vago, come se stesse cercando di scacciare una mosca invisibile. «La prenderò come scusa per infilarmi in mare come prima cosa domani mattina.»
Jack sembrò rifletterci su ma non gli rispose e rimasero a lungo in silenzio, distogliendo lo sguardo e cercando di respirare il più piano possibile. Poi Sawyer scrollò la testa e si sedette, allungando le mani nella luce fioca scaturita dai fuochi che veniva dall'esterno e, ignorando tranquillamente dove fossero finiti i suoi boxer, raccolse i jeans da terra, infilandoseli velocemente su per le gambe sudate. Dietro di sé sentì Jack fare altrettanto. Si voltò a guardarlo e poi, colto da un pensiero improvviso, si mise a ridacchiare.
«Che c'è, adesso?»
«Niente.» Borbottò, fingendosi serio, e si scostò i capelli dal viso. «Pensavo solo a quanto è strano che tu sia ancora single.»
Jack aggrottò le sopracciglia e si sedette a sua volta appoggiando i gomiti sulle ginocchia, la schiena curva. «E con questo cosa vorresti dire?»
Sawyer si strinse nelle spalle e sollevò il bacino da terra per far passare l'orlo dei pantaloni sotto il sedere. «Solo che dopo tutto quello che è successo mi pare un tantino strana la tua reazione, fin troppo galante
Jack piegò la testa da un lato. «Galante?»
«Sì.» Il suo sorriso di allargò e Jack notò per la prima volta che quando sorrideva gli venivano le fossette. Si stupì nel trovarle quasi adorabili e si stupì ancora di più quando si trovò a pensare che fossero adatte al suo viso.
«E in che senso, sentiamo?»
«In tutta onesta, mi aspettavo qualcosa di più simile a "come cazzo è successo?"»
Appena ebbe concluso la frase il viso di Jack si rabbuiò. Sbatté le palpebre diverse volte e aprì, quasi incerto, le labbra per parlare, ma Sawyer lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa, stringendosi nelle spalle e lasciandosi scappare un altro sorrisino. «Oppure, che ne so, che esordissi con un "come sono andato?" o cose del genere.»
Jack rimase silenzioso e immobile per una manciata di secondi, e poi il suo viso sembrò rilassarsi di nuovo e abbozzò una risata, gettando in avanti la testa per poi sollevare nuovamente gli occhi su di lui.
«Forse non mi va di saperlo, adesso,» disse semplicemente, raddrizzando la schiena, senza aver ben chiaro a quale delle due domande si stesse riferendo.
Sawyer piegò la testa da un lato, quasi come se stesse valutando la sua risposta e annuì. «Forse.»
Jack annuì di riflesso insieme a lui e poi sembrò incominciare a rilassarsi, lasciando che un sorriso non del tutto convinto spuntasse ad increspargli le labbra. «Ti sembro il tipo che chiede ad una donna com'è andato a letto?»
Sawyer espirò rilassando le spalle e inarcò un sopracciglio. «Vuoi davvero che risponda a questa domanda, Doc?»
Jack scosse il capo. «Credo di no.»
«Lo immaginavo.»
Rimasero ancora in silenzio, quasi a corto di parole, mentre sentivano i fuochi scricchiolare e spegnersi e la gente cominciare a disperdersi verso le loro tende. A ben rifletterci era quasi un miracolo che tutti fossero così presi, quella sera, per non accorgersi di quello che loro stavano facendo.
Si guardarono negli occhi per un lungo istante, mentre diverse domande sopite passavano dallo sguardo dell'uno a quello dell'altro, rimbalzando mute e penetranti tra di loro.
Jack abbassò il viso e si passò una mano dietro alla nuca. «Non ne parleremo, vero?»
Sawyer sollevò una mano, ostentando leggerezza nella voce: «Intendi al resto nei nostri concittadini e alla tua ragazza o tra di noi?»
«Credi che sia uno scherzo?»
«Credo che tu non debba farti troppi castelli in aria per una scopata, Jack, considerando anche la nostra attuale situazione,» disse, indicando col pollice il campo fuori dalla tenda.
Jack annuì. «Giusto.»
Sawyer annuì a sua volta e guardò per aria, ovunque non ci fosse il rischio di incontrare quello sguardo da cane bastonato e pensò che fino a che lui si fosse sentito in colpa per una qualunque delle mille ragioni per cui si sentiva sempre responsabile di tutto, non si sarebbe messo a domandarsi lucidamente come mai lui gli si fosse avventato addosso, baciandolo a quel modo e lo avesse trascinato dentro la sua tenda, lasciandosi scopare così, sul fondo di quel riparo di fortuna.
Lo sentì sospirare e abbassò di nuovo gli occhi sul suo viso. «Quindi,» iniziò Jack, guardandolo con un sopracciglio inarcato e un'aria leggermente divertita, «visto che non hai intenzione di dirmi perché mi hai baciato e mi hai trascinato qui dentro per fare sesso…» Fece una pausa, forse distratto dalle molteplici espressioni che si susseguivano sulla faccia dell'altro uomo oppure dalla tinta violacea che sembravano aver assunto i suoi zigomi. «Come mai sei ancora qui?»
Sawyer sbuffò e piegò la testa di lato, lasciando che i capelli gli accarezzassero il collo, ed esibì il suo stesso sorrisino sardonico: «Forse perché sono curioso di sapere come mai hai risposto al mio bacio con tanto entusiasmo
Jack aprì le labbra per ribattere e poi annuì di nuovo, passandosi una mano dietro alla nuca, senza smettere di sorridere. «Touché
Sawyer si leccò le labbra e, improvvisamente, ebbe come la sensazione che l'atmosfera attorno a loro cominciasse ad alleggerirsi, che le tensioni quasi palpabili di pochi minuti prima iniziassero a sciogliersi, disperdendosi nell'aria fresca e frizzante della notte che avanzava sopra di loro.
Era una sensazione strana e, si ritrovò a pensare, decisamente piacevole: il dubbio, che lo aveva assillato per tutto il tempo, di aver appena fatto la più grande idiozia della sua vita iniziava a scemare e a dissolversi come se non avesse mai avuto veramente importanza, o una ragione di esistere.
«Quindi vuoi sapere perché ho risposto al tuo bacio?»
Sawyer si passò una mano tra i capelli e sfoderò il suo sorriso più seducente, avvicinandosi al suo viso di appena qualche centimetro. «Oh, andiamo. Te l'ho detto prima, dottore, non dovresti lasciarti sconvolgere fino a questo punto da una scopata, non ne vale la pena.»
«A no?» gli chiese, piegando il capo.
«No.»
Jack sospirò, non del tutto convinto e si chinò a sua volta verso di lui mentre Sawyer si alzava in ginocchio. «E allora quando posso iniziare a preoccuparmi?» gli chiese, fingendo non curanza.
Sawyer, dal canto suo, finse di pensarci e gli mostrò di nuovo le fossette. «Quattro più un bis domani mattina possono essere un buon punto di partenza, direi,» dichiarò, togliendosi la camicia già mezza sbottonata.
«Davvero?»
«Davvero.» Si avvicinò di più, tanto da riuscire quasi a sentire le molle del suo cervello muoversi frenetiche alla ricerca di un modo per gestire la situazione. «Ce ne mancano tre e non sono neanche le undici,» aggiunse, ammiccando verso la sveglia che si trovava poco più in là, in bilico su una pila di valigette che avevano avuto giorni migliori.
Jack seguì il suo sguardo e lasciò che un sospiro e un sorriso gli trapelassero dalle labbra. «E se non volessi continuare?»
Sawyer si strinse nelle spalle e gli appoggiò una mano sul petto, per non sbilanciarsi. «Allora non avresti nulla di cui preoccuparti, non credi?»
«Vero,» sussurrò lui, allungando una mano ed infilando le dita tra le ciocche bionde dei suoi capelli, guidandolo verso di sé. Sawyer socchiuse le labbra e coprì la distanza tra loro, appoggiando la bocca sulla sua. Jack questa volta rispose immediatamente al bacio e si lasciò cadere con la schiena sulla coperta; gli afferrò il viso con entrambe le mani mentre Sawyer faceva scorrere i polpastrelli sotto la sua maglietta, toccandogli la pelle calda e tesa sopra i muscoli e i nervi che iniziarono a fremere sotto il suo tocco.
Jack gli passò una mano sulla guancia, sfiorandogli uno zigomo col polpastrello e poi sembrò ripensarci, allungando il braccio di modo che il suo viso non potesse avvicinarsi più di così. «Però, Sawyer…»
«E ora che c'è?»
Jack gli afferrò le spalle con entrambe e lo sollevò appena. «Soltanto una cosa,» dichiarò, aggrottando le sopracciglia.
Lui sospirò, scostandosi i capelli che gli erano caduti sugli occhi con una manata. «Che cosa? Avanti, fa in fretta.»
«Dovresti raderti, sul serio.»
Sawyer aprì la bocca per ribattere e poi rise. «È un po' presto per questo genere di smancerie, lo sai, vero?»
«Mh, dici?»
«Sì, dico» rispose, calcando la voce sull'ultima parola e gettandosi nuovamente sulla sua bocca e sul suo viso. «Magari ne riparliamo domani mattina.»

Date: 2010-08-01 12:37 pm (UTC)
From: [identity profile] nemofrommars.livejournal.com
Per quanto io sia una slasher incallita, non ho mai shippato Jawyer... Però, oh, me li hai fatti ugualmente leggere con piacere, ma non solo: sei riuscita pure a rendermeli credibili e bellissimi *__* Io boh non so. Complimenti, mi è piaciuta tanto <3

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