[Hellsing] Dove la fine ha inizio
Mar. 12th, 2011 12:13 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Dove la fine ha inizio
Fandom: Hellsing
Personaggi: Alexander Anderson
Pairing: Nessuno
Rating: G
Conteggio Parole: 1225 (Fidipù)
Challenge: COW-T @
maridichallenge
Prompt: [IV Settimana – Missione 1] Punto di non ritorno
Riassunto: Il suo destino si stava compiendo in quel preciso istante, pensò, sollevando verso l'alto il pacco, come se volesse offrirlo in sacrificio a Dio – da quel momento in avanti avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere, per seguire la volontà del Signore.
«Amen.»
Note: Anche questa, come la sua sorellina su Alucard (anzi, la sua donnaH, perché fondamentalmente queste due fic sono shippabili come i loro protagonisti ♥)è una paraculata pazzesca interpreta il "punto di non ritorno" come "l'inizio della fine" (vedi titolo). Naturalmente il punto di non ritorno di Anderson è quando ha deciso di usare il Chiodo, però io ho pensato che se l'aveva con sé, allora già pensava di usarlo: quindi la sua fine comincia quando lui decide di prenderlo, o no?
Spoiler: Vol. 9
Disclaimer:Il pervertito Kouta Hirano-sensei no. ♥
Warning: Un fanatico religioso vuole usare reliquie sacre per uccidere i mostri. Hellsing, we love you so much. <3
Anche la fine deve cominciare, ad un certo punto.
Basta una parola, un gesto, una decisione e con il passare del tempo tutto rotola e si sgretola, gli avvenimenti si susseguono e si inseguono come sassi che cadono da un dirupo, e quando l'uomo raggiunge la cima della montagna di sogni e illusioni che ha costruito solo con la forza delle braccia e della sua volontà, si trova già ad un passo dall'avverarsi di quel destino che, volente o nolente, ha creato per se stesso.
E non serve più combattere, né pregare. A quel punto, non gli resta che morire.
*
I corridoi della Terza Sezione del Vaticano erano bui, deserti. I passi riecheggiavano come tuoni sul marmo gelido e pregiato del pavimento e, ad un certo punto, Padre Anderson volse lo sguardo verso la sua sinistra, dove le grandi finestre completamente spalancate si affacciavano sul giardino interno, sul cielo limpido e asciutto in cui la luna sembrava brillare di luce propria, luminosa come un faro che indica la giusta via ai marinai perduti in mare.
Anderson distolse lo sguardo velocemente, puntandolo avanti a sé, nell'oscurità che la luna non riusciva ancora ad intaccare. Non aveva bisogno di una luce, per sapere quale fosse la sua strada; non gli occorreva altro che la volontà di Dio che sentiva scorrergli fluida e cristallina nelle vene per sapere che stava facendo la cosa giusta. Guardò con la coda dell'occhio il vecchio prete che gli camminava accanto, chiedendosi distrattamente se, dietro alle lenti spesse di quegli occhiali che portava, anche lui sentisse quella forza pervaderlo in tutto il corpo, se anche lui percepisse come, attraversando un semplice corridoio buio, stessero percorrendo le vie del Signore.
Il vecchio gli lanciò un'occhiata torva e Anderson rimase impassibile, tornando a guardare in avanti. Evidentemente, non tutti gli uomini di Chiesa appartenevano al disegno di Dio.
I due camminarono in silenzio fino alla fine del lungo corridoio e quando arrivarono davanti ad una grande porta in legno massiccio il vecchio prete si fermò e tirò fuori una chiave grossa e pesante dalla tasca della sua veste. Prima di infilarla nella toppa, si rivolse ad Anderson: «È sicuro di quello che sta facendo, Padre?»
Stolto. Stolto umano incapace di vedere il disegno di Dio! Anderson piegò le labbra in una smorfia ma, invece di dare voce allo sdegno che sentiva nei confronti di quel patetico essere che, nonostante la sua vegliarda età, non sarebbe mai stato in grado di sentire la vera voce del Signore guidarlo per la retta via, decise di limitarsi ad un solenne cenno del capo, scrutando il vecchio dritto negli occhi.
«È la volontà di Dio.»
Il prete non inarcò un sopracciglio, né sbatté le palpebre in segno di sorpresa. Rimase immobile per un momento e, alla fine, si voltò, infilando con un po' di fatica la chiave nella toppa – «È un po' arrugginita, andrebbe fatta risistemare a breve» – finalmente aprì la porta, rivelando una stanza che, a giudicare dalla pesantezza e dalla profondità del buio che la colmava, doveva essere enorme.
Anderson non si mosse e il vecchio fece un passo avanti, cercando poi a tastoni sul muro un interruttore che schiacciò senza esitazione, né cerimonie, come se quello fosse soltanto un gesto come un altro, in una notte come le altre. La luce fioca e arancione riempì la stanza in un istante, rivelando teche e librerie che si sviluppavano fino a perdita d'occhio, lungo corridoio stretti e angusti in cui pareva quasi impossibile riuscire a camminare.
«Da questa parte,» disse il vecchio e si incamminò nella grande stanza senza esitazione spingendosi verso il fondo, in un angolo che, nonostante le luci fossero disposte omogeneamente lungo tutto il soffitto, sembrava al tempo stesso più oscuro e più luminoso.
Mano a mano che si avvicinavano i loro passi diventavano più lenti, più cadenzati e quando si fermarono davanti alla teca, nessuno dei due sembrava avere più nemmeno la forza per respirare. La senti, adesso, la potenza di Dio?
Anderson rimase perfettamente immobile e il vecchio, dopo essersi sistemato gli occhiali sul naso, si chinò verso la teca e si soffermò a leggere le parole incise sulla targa, sebbene le conoscesse già a memoria. «È questo di cui aveva bisogno, vero, Padre?» Anderson non rispose e l'uomo si sollevò con un sospiro, portando le mani dietro alla schiena. «Il sacro Chiodo di Elena, proveniente dalla Crocifissione del Cristo.» Guardò Anderson con la coda dell'occhio. «Potrebbe spiegarmi perché la Tredicesima Sezione vuole questa reliquia?»
Anderson lo scrutò dall'alto in basso, le labbra piegate in una smorfia di disgusto. «Ho il permesso scritto di Sua Santità,» disse, la voce annoiata e il vecchio si sfilò dalla tasca il documento siglato con l'anello del Papa che Anderson gli aveva dato poco prima, quella sera. «Lo so,» disse. «Quello che mi interessa sapere è a quale scopo avete intenzione di usare questa reliquia.»
Anderson inarcò entrambe le sopracciglia. «Per compiere il volere di Dio.» La sua voce era pesante, roca e per un momento il silenzio calò nella stanza, interrotto soltanto dal ronzio leggero delle luci al neon. Dopo un istante, Anderson parò di nuovo: «Sta arrivando la guerra, Padre. Una guerra che vedrà contrapposti i mostri più aberranti dell'Inferno e le sacre forze guidate dalla mano del Signore. Quello strumento ci serve per riportare nel mondo il giusto equilibrio e scacciare i mostri e gli eretici dalla faccia della Terra.»
Il vecchio avvertì un brivido, uno solo, scuoterlo da capo a piedi e quando Anderson finì di parlare rimase per un momento immobile, in silenzio. Poi sospirò. «Ho capito,» disse, semplicemente. «E se questa è la volontà del Signore, così sia.»
Dopo essersi segnato il petto si infilò una mano sotto le pieghe della veste e, da una tasca nascosta, estrasse un'altra chiave, più piccola, d'argento. La infilò nella minuscola serratura della teca e, dopo aver immesso il codice sul tastierino numerico posto alla base della targa, l'aprì con molta lentezza, come se volesse dare a sé stesso e all'altro uomo più tempo possibile per cambiare idea. Prese il Chiodo tra le mani e lo mostrò ad Anderson, sollevandolo fin quasi sotto i suoi occhi.
«È uno strumento dai grandi poteri e estremamente pericoloso. Lo usi con cautela e solo se ormai la speranza l'ha abbandonata. Ha capito?»
Anderson annuì semplicemente. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Il vecchio esitò ancora un momento e poi si voltò, riadagiando il chiodo nel suo alloggio e chiudendolo poi in una scatola sigillata che consegnò ad Anderson con un sospiro pesante. «A lei, Padre. D'ora in avanti, questo Chiodo è una sua responsabilità. Glielo ripeto, ne faccia buon uso,» si raccomandò per l'ultima volta, e senza aggiungere altro gli passò accanto e si allontanò, avviandosi verso l'uscita con il capo chino in avanti e le braccia dietro alla schiena.
Anderson non lo guardò. I suoi occhi erano intenti a fissare il piccolo pacco che aveva tra le mani mentre tutto il suo corpo fremeva in attesa della battaglia cruenta e sanguinosa che lo stava attendendo dall'altra parte dell'Europa. Il suo destino si stava compiendo in quel preciso istante, pensò, sollevando verso l'alto il pacco, come se volesse offrirlo in sacrificio a Dio – da quel momento in avanti avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere, per seguire la volontà del Signore.
«Amen.»
Fandom: Hellsing
Personaggi: Alexander Anderson
Pairing: Nessuno
Rating: G
Conteggio Parole: 1225 (Fidipù)
Challenge: COW-T @
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Prompt: [IV Settimana – Missione 1] Punto di non ritorno
Riassunto: Il suo destino si stava compiendo in quel preciso istante, pensò, sollevando verso l'alto il pacco, come se volesse offrirlo in sacrificio a Dio – da quel momento in avanti avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere, per seguire la volontà del Signore.
«Amen.»
Note: Anche questa, come la sua sorellina su Alucard (anzi, la sua donnaH, perché fondamentalmente queste due fic sono shippabili come i loro protagonisti ♥)
Spoiler: Vol. 9
Disclaimer:
Warning: Un fanatico religioso vuole usare reliquie sacre per uccidere i mostri. Hellsing, we love you so much. <3
Basta una parola, un gesto, una decisione e con il passare del tempo tutto rotola e si sgretola, gli avvenimenti si susseguono e si inseguono come sassi che cadono da un dirupo, e quando l'uomo raggiunge la cima della montagna di sogni e illusioni che ha costruito solo con la forza delle braccia e della sua volontà, si trova già ad un passo dall'avverarsi di quel destino che, volente o nolente, ha creato per se stesso.
E non serve più combattere, né pregare. A quel punto, non gli resta che morire.
*
I corridoi della Terza Sezione del Vaticano erano bui, deserti. I passi riecheggiavano come tuoni sul marmo gelido e pregiato del pavimento e, ad un certo punto, Padre Anderson volse lo sguardo verso la sua sinistra, dove le grandi finestre completamente spalancate si affacciavano sul giardino interno, sul cielo limpido e asciutto in cui la luna sembrava brillare di luce propria, luminosa come un faro che indica la giusta via ai marinai perduti in mare.
Anderson distolse lo sguardo velocemente, puntandolo avanti a sé, nell'oscurità che la luna non riusciva ancora ad intaccare. Non aveva bisogno di una luce, per sapere quale fosse la sua strada; non gli occorreva altro che la volontà di Dio che sentiva scorrergli fluida e cristallina nelle vene per sapere che stava facendo la cosa giusta. Guardò con la coda dell'occhio il vecchio prete che gli camminava accanto, chiedendosi distrattamente se, dietro alle lenti spesse di quegli occhiali che portava, anche lui sentisse quella forza pervaderlo in tutto il corpo, se anche lui percepisse come, attraversando un semplice corridoio buio, stessero percorrendo le vie del Signore.
Il vecchio gli lanciò un'occhiata torva e Anderson rimase impassibile, tornando a guardare in avanti. Evidentemente, non tutti gli uomini di Chiesa appartenevano al disegno di Dio.
I due camminarono in silenzio fino alla fine del lungo corridoio e quando arrivarono davanti ad una grande porta in legno massiccio il vecchio prete si fermò e tirò fuori una chiave grossa e pesante dalla tasca della sua veste. Prima di infilarla nella toppa, si rivolse ad Anderson: «È sicuro di quello che sta facendo, Padre?»
Stolto. Stolto umano incapace di vedere il disegno di Dio! Anderson piegò le labbra in una smorfia ma, invece di dare voce allo sdegno che sentiva nei confronti di quel patetico essere che, nonostante la sua vegliarda età, non sarebbe mai stato in grado di sentire la vera voce del Signore guidarlo per la retta via, decise di limitarsi ad un solenne cenno del capo, scrutando il vecchio dritto negli occhi.
«È la volontà di Dio.»
Il prete non inarcò un sopracciglio, né sbatté le palpebre in segno di sorpresa. Rimase immobile per un momento e, alla fine, si voltò, infilando con un po' di fatica la chiave nella toppa – «È un po' arrugginita, andrebbe fatta risistemare a breve» – finalmente aprì la porta, rivelando una stanza che, a giudicare dalla pesantezza e dalla profondità del buio che la colmava, doveva essere enorme.
Anderson non si mosse e il vecchio fece un passo avanti, cercando poi a tastoni sul muro un interruttore che schiacciò senza esitazione, né cerimonie, come se quello fosse soltanto un gesto come un altro, in una notte come le altre. La luce fioca e arancione riempì la stanza in un istante, rivelando teche e librerie che si sviluppavano fino a perdita d'occhio, lungo corridoio stretti e angusti in cui pareva quasi impossibile riuscire a camminare.
«Da questa parte,» disse il vecchio e si incamminò nella grande stanza senza esitazione spingendosi verso il fondo, in un angolo che, nonostante le luci fossero disposte omogeneamente lungo tutto il soffitto, sembrava al tempo stesso più oscuro e più luminoso.
Mano a mano che si avvicinavano i loro passi diventavano più lenti, più cadenzati e quando si fermarono davanti alla teca, nessuno dei due sembrava avere più nemmeno la forza per respirare. La senti, adesso, la potenza di Dio?
Anderson rimase perfettamente immobile e il vecchio, dopo essersi sistemato gli occhiali sul naso, si chinò verso la teca e si soffermò a leggere le parole incise sulla targa, sebbene le conoscesse già a memoria. «È questo di cui aveva bisogno, vero, Padre?» Anderson non rispose e l'uomo si sollevò con un sospiro, portando le mani dietro alla schiena. «Il sacro Chiodo di Elena, proveniente dalla Crocifissione del Cristo.» Guardò Anderson con la coda dell'occhio. «Potrebbe spiegarmi perché la Tredicesima Sezione vuole questa reliquia?»
Anderson lo scrutò dall'alto in basso, le labbra piegate in una smorfia di disgusto. «Ho il permesso scritto di Sua Santità,» disse, la voce annoiata e il vecchio si sfilò dalla tasca il documento siglato con l'anello del Papa che Anderson gli aveva dato poco prima, quella sera. «Lo so,» disse. «Quello che mi interessa sapere è a quale scopo avete intenzione di usare questa reliquia.»
Anderson inarcò entrambe le sopracciglia. «Per compiere il volere di Dio.» La sua voce era pesante, roca e per un momento il silenzio calò nella stanza, interrotto soltanto dal ronzio leggero delle luci al neon. Dopo un istante, Anderson parò di nuovo: «Sta arrivando la guerra, Padre. Una guerra che vedrà contrapposti i mostri più aberranti dell'Inferno e le sacre forze guidate dalla mano del Signore. Quello strumento ci serve per riportare nel mondo il giusto equilibrio e scacciare i mostri e gli eretici dalla faccia della Terra.»
Il vecchio avvertì un brivido, uno solo, scuoterlo da capo a piedi e quando Anderson finì di parlare rimase per un momento immobile, in silenzio. Poi sospirò. «Ho capito,» disse, semplicemente. «E se questa è la volontà del Signore, così sia.»
Dopo essersi segnato il petto si infilò una mano sotto le pieghe della veste e, da una tasca nascosta, estrasse un'altra chiave, più piccola, d'argento. La infilò nella minuscola serratura della teca e, dopo aver immesso il codice sul tastierino numerico posto alla base della targa, l'aprì con molta lentezza, come se volesse dare a sé stesso e all'altro uomo più tempo possibile per cambiare idea. Prese il Chiodo tra le mani e lo mostrò ad Anderson, sollevandolo fin quasi sotto i suoi occhi.
«È uno strumento dai grandi poteri e estremamente pericoloso. Lo usi con cautela e solo se ormai la speranza l'ha abbandonata. Ha capito?»
Anderson annuì semplicemente. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Il vecchio esitò ancora un momento e poi si voltò, riadagiando il chiodo nel suo alloggio e chiudendolo poi in una scatola sigillata che consegnò ad Anderson con un sospiro pesante. «A lei, Padre. D'ora in avanti, questo Chiodo è una sua responsabilità. Glielo ripeto, ne faccia buon uso,» si raccomandò per l'ultima volta, e senza aggiungere altro gli passò accanto e si allontanò, avviandosi verso l'uscita con il capo chino in avanti e le braccia dietro alla schiena.
Anderson non lo guardò. I suoi occhi erano intenti a fissare il piccolo pacco che aveva tra le mani mentre tutto il suo corpo fremeva in attesa della battaglia cruenta e sanguinosa che lo stava attendendo dall'altra parte dell'Europa. Il suo destino si stava compiendo in quel preciso istante, pensò, sollevando verso l'alto il pacco, come se volesse offrirlo in sacrificio a Dio – da quel momento in avanti avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere, per seguire la volontà del Signore.
«Amen.»