[Pubblicità] Tango
Jan. 31st, 2010 11:46 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Tango
Fandom: Pubblicità Magnum (qui e qui)
Personaggi/Pairing: I due protagonisti degli spot
Rating: G
Avvertimenti: Non sense
Conteggio Parole: 500 (Fidipù)
Challenge: Pubblicità Challenge @
unknown_fandom
Riassunto: Il bello e la bella, in una strada semi deserta e bruciata dal sole, devono placare la calura e c’è soltanto un modo per farlo: mangiare un gelato. Solo che ognuno vuole poterci arrivare per primo...
Author's Notes: Io. Amo. Questo. Spot. Il primo in particolare e, l’ho già detto altrove, appena l’ho visto ho pensato che sarebbe stato l’ideale per scriverci su qualche cavolata. E, giubilio!, sono riuscita a scriverla entro il trentuno! Sono un fenomeno. *gongola*
Spoiler: Nessuno.
Disclaimer: Josh, la bella signorina e il Magnum appartengono a se stessi o, in alternativa, a chi detiene i diritti di lucrare sulla loro immagine. Inutile dire che non si tratta di me, vero?
La rambla è deserta.
I sassi bianchi bruciano sotto il sole che si abbatte imperioso sulle due del pomeriggio, sui tetti, sui passanti che, pigri, si dileguano nell'ombra e su di lui, sui lucenti capelli biondi, le sue spalle e sullo sguardo assetato che vaga, penetrante, alla ricerca di frescura.
Lui sa esattamente che cosa sta cercando.
I suoi occhi vagano sulle facciate tutte uguali, sui pergolati, le finestre sprangate e finalmente il suo sguardo si ferma, rapito, su una porticina che osa rimanere aperta e su un'insegna brillante che, attaccata al muro, non sembra soffrire il caldo.
Ed è esattamente quello che voleva.
Lei si scosta i capelli dal viso, stanca, e l'acciottolato rimbomba sotto il suo tacco e l'orlo dell'abito che scotta, mentre gli occhi vivaci nascosti dalle lenti scure sondano l'aria stantia della siesta alla ricerca di vita e d'acqua per placare la calura.
Cammina, lasciandosi la piazzetta morta, la statua e la fontana secca alle spalle, entrando nella stradina assolata davanti a lei con l'abito che si muove pigro alle sue caviglie seguendo il ritmo del suo passo.
Si ferma, sotto una tettoia spiovente che non fa ombra, e si toglie gli occhiali quando l'insegna azzurra cattura il suo sguardo.
Sospira appagata, e si incammina.
Lui la sente arrivare – conosce fin troppo bene il suo passo – e solleva il viso per guardarla. Sa perché lei è lì
Si incammina a sua volta verso la porticina audace e l'insegna brillante senza perdere di vista gli occhi brillanti che non smettono di guardare i suoi, sfidandolo a cederle il passo, a fare qualsiasi cosa per fermarla.
Dalla porticina sbuca un ometto basso, dalla pelle scura e sotto il suo sguardo i due si gettano l'uno sull'altra come due bestie – due amanti – e si stringono le mani, i fianchi e le spalle, gli sguardi incatenati.
Stanno ballando.
La musica – quel tango passionale che li avvolge, li stritola e li rigetta, li plasma, li contorce e li guida, come fossero burattini – sembra nascere dal nulla, dalla terra scottata, dall'aria immobile, dai muri vecchi e scrostati delle case attorno a loro.
Volteggiano eleganti sul selciato senza smettere di guardarsi, e lui le stringe una mano mentre lei gli passa un braccio attorno al collo, stringendosi a lui, facendo scivolare l'abito sotto le sue dita.
Sorridono, ammiccanti e lei chiude gli occhi, lasciandosi guidare, piegandosi – come una bambola – sul braccio che la sorregge, gettando indietro il capo a guardare il cielo.
Esausti, si lasciano cadere sulla panchina preparata apposta per loro, e hanno appena il tempo di scambiarsi un'occhiata, prima che il proprietario appaia, radioso e sorridente, e porga loro due confezioni leggere e lucide, quasi setose al tatto e fredde. Lui le afferra entrambe e, galante, ne apre una per lei, passandole poi lo stecchino in legno, godendosi la sua espressione estasiata mentre addenta il cioccolato fondente e affonda le labbra nella crema dolce.
Soddisfatto, scarta lentamente il suo e lo mangia, lo sguardo perso nella via bollente, nei muri vecchi e scrostati, nell'aria stantia e, finalmente, nel suo gelato.
Fandom: Pubblicità Magnum (qui e qui)
Personaggi/Pairing: I due protagonisti degli spot
Rating: G
Avvertimenti: Non sense
Conteggio Parole: 500 (Fidipù)
Challenge: Pubblicità Challenge @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Riassunto: Il bello e la bella, in una strada semi deserta e bruciata dal sole, devono placare la calura e c’è soltanto un modo per farlo: mangiare un gelato. Solo che ognuno vuole poterci arrivare per primo...
Author's Notes: Io. Amo. Questo. Spot. Il primo in particolare e, l’ho già detto altrove, appena l’ho visto ho pensato che sarebbe stato l’ideale per scriverci su qualche cavolata. E, giubilio!, sono riuscita a scriverla entro il trentuno! Sono un fenomeno. *gongola*
Spoiler: Nessuno.
Disclaimer: Josh, la bella signorina e il Magnum appartengono a se stessi o, in alternativa, a chi detiene i diritti di lucrare sulla loro immagine. Inutile dire che non si tratta di me, vero?
La rambla è deserta.
I sassi bianchi bruciano sotto il sole che si abbatte imperioso sulle due del pomeriggio, sui tetti, sui passanti che, pigri, si dileguano nell'ombra e su di lui, sui lucenti capelli biondi, le sue spalle e sullo sguardo assetato che vaga, penetrante, alla ricerca di frescura.
Lui sa esattamente che cosa sta cercando.
I suoi occhi vagano sulle facciate tutte uguali, sui pergolati, le finestre sprangate e finalmente il suo sguardo si ferma, rapito, su una porticina che osa rimanere aperta e su un'insegna brillante che, attaccata al muro, non sembra soffrire il caldo.
Ed è esattamente quello che voleva.
Lei si scosta i capelli dal viso, stanca, e l'acciottolato rimbomba sotto il suo tacco e l'orlo dell'abito che scotta, mentre gli occhi vivaci nascosti dalle lenti scure sondano l'aria stantia della siesta alla ricerca di vita e d'acqua per placare la calura.
Cammina, lasciandosi la piazzetta morta, la statua e la fontana secca alle spalle, entrando nella stradina assolata davanti a lei con l'abito che si muove pigro alle sue caviglie seguendo il ritmo del suo passo.
Si ferma, sotto una tettoia spiovente che non fa ombra, e si toglie gli occhiali quando l'insegna azzurra cattura il suo sguardo.
Sospira appagata, e si incammina.
Lui la sente arrivare – conosce fin troppo bene il suo passo – e solleva il viso per guardarla. Sa perché lei è lì
Si incammina a sua volta verso la porticina audace e l'insegna brillante senza perdere di vista gli occhi brillanti che non smettono di guardare i suoi, sfidandolo a cederle il passo, a fare qualsiasi cosa per fermarla.
Dalla porticina sbuca un ometto basso, dalla pelle scura e sotto il suo sguardo i due si gettano l'uno sull'altra come due bestie – due amanti – e si stringono le mani, i fianchi e le spalle, gli sguardi incatenati.
Stanno ballando.
La musica – quel tango passionale che li avvolge, li stritola e li rigetta, li plasma, li contorce e li guida, come fossero burattini – sembra nascere dal nulla, dalla terra scottata, dall'aria immobile, dai muri vecchi e scrostati delle case attorno a loro.
Volteggiano eleganti sul selciato senza smettere di guardarsi, e lui le stringe una mano mentre lei gli passa un braccio attorno al collo, stringendosi a lui, facendo scivolare l'abito sotto le sue dita.
Sorridono, ammiccanti e lei chiude gli occhi, lasciandosi guidare, piegandosi – come una bambola – sul braccio che la sorregge, gettando indietro il capo a guardare il cielo.
Esausti, si lasciano cadere sulla panchina preparata apposta per loro, e hanno appena il tempo di scambiarsi un'occhiata, prima che il proprietario appaia, radioso e sorridente, e porga loro due confezioni leggere e lucide, quasi setose al tatto e fredde. Lui le afferra entrambe e, galante, ne apre una per lei, passandole poi lo stecchino in legno, godendosi la sua espressione estasiata mentre addenta il cioccolato fondente e affonda le labbra nella crema dolce.
Soddisfatto, scarta lentamente il suo e lo mangia, lo sguardo perso nella via bollente, nei muri vecchi e scrostati, nell'aria stantia e, finalmente, nel suo gelato.